SANTA MARIA DELLA PIETA’ – Rocca Calascio –

 

Salendo verso il mitico castello di Rocca Calascio, la vedrete sulla vostra destra, solitarie e come dispersa nel nulla, immersa nel silenzio e quasi fuori luogo con la sua geometrica e perfetta semplicità ottagonale che quasi stona con il paesaggio pietroso, rude e selvaggio.

Santa Maria della Pietà domina la valle del Tirino e l’altopiano Novelli dove è ancora possibile vedere il tracciato dell’antico Tratturo Regio che conduceva a Foggia. Siamo a 1482 metri sul livello del mare.

Il suo aspetto richiama immediatamente lo stile del Brunelleschi e del Bramante, tanto che qualcuno azzarda l’ipotesi che sia stata realizzata nel 1451 proprio su disegni di quest’ultimo. Il problema è però che il Bramante nasce a Fermignano nel 1444 e risulta estremamente difficile che la possa aver progettata all’età di sette anni.

Siamo più verosimilmente alla fine dell’età medioevale nel XVI° secolo. La chiesa chiusa alle visite, è affiancata dal corpo trapezoidale della sacrestia. Sebbene non sia possibile visitare l’interno la sua struttura ci parla ancora dopo secoli e secoli, basta aprire la mente per ascoltare il suo messaggio.

 

I suoi otto lati non sono casuali. Le fonti battesimali hanno spesso la stessa pianta perché il numero otto rappresenta molto di più di una semplice cifra.

Per quello che riguarda i battisteri, gli otto lati si fanno risalire a Sant’Ambrogio (IV sec):

“…era giusto che l’aula del Sacro Battistero avesse otto lati, perché ai popoli venne concessa la vera salvezza, quando all’alba dell’ottavo giorno Cristo risorse dalla morte.”

Il numero otto è il simbolo della resurrezione, della nuova nascita battesimale e della vita eterna che inizia con l’acqua.

Non solo, ha anche un significato cosmico, perché è anche il simbolo dell’infinito (un otto in orizzontale) e dell’equilibrio cosmico oltre che delle direzioni cardinali unite alle direzioni intermedie.

Una chiesa quindi fortemente simbolica già nella sua sola architettura, una chiesa che parlava alle genti che salivano a quel luogo, ai pastori che non sapevano né leggere, né scrivere e che li riconciliava con il creato, ancora prima di sentire una messa in latino che non avrebbero compreso.

A otto punte è anche la Stella della Misericordia o della Beatitudine che Papa Francesco ha scelto di mettere sul suo stemma. La stella dedicata alla Vergine Maria nella simbologia cristiana e legata ai Cavalieri Templari.

A questo proposito, considerato che la Rocca è in provincia di Aquila che fu importante sede Templare, al punto che la città edificata nel 1200 sembra essere stata costruita secondo la pianta di Gerusalemme, sarebbe interessante poter approfondire in altra sede. L’ipotesi dei Cavalieri Templari in questi luoghi ha un suo innegabile fascino.

Del resto Hugo di Payns che nel 1118 diede vita ai Cavalieri templari possedeva numerosi feudi in Abruzzo dove i Cavalieri Templari si stabilirono a difesa dei Tratturi, delle vie consolari e dei valichi.

La chiesa inoltre sarebbe stata edificata su una precedente edicola votiva che taluni vogliono rinascimentale ma che potrebbe essere di molto precedente.

Durante tutto il Medioevo le chiese a pianta ottagonale sono legate agli Ordini Militari non solo in Italia, ma in tutta Europa. Insomma, su questa piccola chiesa isolata e sperduta si può fantasticare a lungo seduti su uno sperone di roccia, prima di affrontare l’ultima parte di sentiero per salire alla Rocca oppure proseguire a piedi vero Santo Stefano di Sessanio.

 

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